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Un processo – quattro lingue

Un processo – quattro lingue

Il Processo di Norimberga e l’interpretazione simultanea

Il Processo principale di Norimberga è stato una pietra miliare nella storia del diritto penale internazionale. Per la prima volta i più alti rappresentanti di uno stato, i massimi esponenti del nazionalsocialismo, furono chiamati a giudizio e dovettero rispondere di crimini di guerra, crimini contro la pace, progettazione e svolgimento di una guerra d’aggressione e crimini contro l’umanità. 

Meno noto è che il processo di Norimberga segnò un momento di svolta nella storia della moderna interpretazione di conferenza. I giudici e l’accusa provenivano da quattro paesi e parlavano tre lingue diverse: inglese, francese e russo; la difesa e gli imputati si servivano di una quarta lingua, il tedesco.
La comunicazione fra loro non era immediata. 

La tecnica dell’interpretazione simultanea moderna debuttò in grande stile proprio in occasione del processo principale di Norimberga che si protrasse dal 20 novembre 1945 al 1° ottobre 1946. 

Nel corso di 218 giorni di fase dibattimentale vi furono le deposizioni di 360 testimoni e 200.000 dichiarazioni giurate. Senza l’interpretazione simultanea in quattro lingue il processo non sarebbe stato possibile. La simultanea in realtà fino a quel momento non era quasi stata impiegata, né esistevano corsi di formazione. La modalità che si era affermata ed affinata era l’interpretazione consecutiva, con cui il discorso originale è reso nella lingua d’arrivo sulla base degli appunti dell’interprete. L’interpretazione consecutiva aveva però lo svantaggio di allungare i tempi a seconda del numero di lingue impiegate e, nonostante esistesse un sistema che permetteva di l’interpretazione simultanea – il sistema Filene-Finlay utilizzato nel 1928 in occasione dell’11° Conferenza dell’ILO a Ginevra – la consecutiva continuò a mantenere un ruolo pressoché esclusivo. Con il sistema Filene-Finlay si utilizzava una variante della consecutiva in cui le rese erano pronunciate contemporaneamente dagli interpreti. I tempi in parte si riducevano, ma erano pur sempre notevolmente più lunghi rispetto al discorso originale.  

Fu così che per il processo di Norimberga, grazie all’impegno del colonello Dostert, anch’egli interprete, e alle modifiche da lui suggerite, si poté realizzare l’interpretazione simultanea, come viene praticata attualmente, superando le limitazioni dell’interpretazione consecutiva, nonostante possibili incognite e difficoltà tecniche. Vi fu un’attenta selezione degli interpreti, molti dei quali vennero formati in tempi brevi, se non brevissimi; l’impianto fu adeguato alla nuova realtà con quattro cabine per gli interpreti in sala in modo che potessero seguire direttamente lo svolgimento dei lavori e avere il contatto visivo degli oratori; fu creato un sistema di richiamo in caso di difficoltà tecniche, acustiche o velocità eccessiva, con una luce gialla per rallentare e una luce rossa per interrompere; turni rigorosi delle tre équipe di dodici interpreti e controlli incrociati delle interpretazioni e delle trascrizioni.

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